Camminapenisola – 8a tappa

I casali sorrentini orientali da Sottomonte a Piccolo Sant’Angelo


“E’ sommariamente lusinghiero poi, vedere gruppi di vecchie e giovani donne e di uomini di ogni nazione girar per le colline e discenderne con grandi fasci di fiori o con rami di arance, aspirando a pieni polmoni l’aria, contenti e felici.”

(“La Penisola Sorrentina” – Manfredi Fasulo – 1906)

Con l’ottavo appuntamento di Camminapenisola vogliamo riprendere il viaggio alla riscoperta dei tesori ambientali e storico-culturali del nostro territorio. Giunti nella tappa precedente a Sottomonte alla fine della Planities, andremo a percorrerne il versante sorrentino fino alla vetta del Piccolo Sant’Angelo (Piccolo e non Picco, in contrapposizione al Grande Sant’Angelo a Tre Pizzi che troneggia proprio di fronte).

Come attestano inequivocabilmente le necropoli venute alla luce casualmente durante i lavori di edilizia e ampliamento stradale, dalla metà dell’ottocento ad oggi, la località di Sottomonte è stata abitata fin dall’epoca arcaica antica (tombe in tufo del VII-VI secolo a.C) e durante l’età imperiale romana (cippi a colummelle e alcuni toponimi indicativi come Cesarano).

Anche San Pietro, nel suo viaggio verso Roma, secondo la tradizione popolare, transitò nel nostro territorio da Crapolla a Cermenna, e si sarebbe fermato proprio nella località di Sottomonte, edificando il primo nucleo dell’attuale chiesetta di San Pietro a Mele, più volte ricostruita.

Qui arrivò dalla Francia, sempre secondo la tradizione, San Renato (ri-nato essendo stato considerato morto in età infantile), uno dei primissimi vescovi di Sorrento nel IV-V secolo d.C. Il quale, insieme al suo discepolo e successore San Valerio, edificarono la prima cattedrale di Sorrento, nel sito prima eremo e poi diventato cenobio benedettino dedicato proprio a San Renato, la cui antica chiesetta ha custodito le reliquie dei due santi vescovi prima del loro trasferimento nell’attuale cattedrale. Oggi ciò che resta dei rifacimenti del XVII secolo sono ancora visibili seppur obliati e fatiscenti.

Qui, alla fine dei gradoni delle “Sciuscelle”, la regina Giovanni II d’Angiò- Durazzo aveva uno dei sui famosi casini privati e qui sorse una delle più antiche parrocchie extra-moenia sorrentine, attorno all’affresco tardo quattrocentesco di Santa Maria di Casarlano. Qui, infine, sulla cima del monte, sorse un piccolo eremo con una cappella dedicata all’Arcangelo Michele, oggi struttura privata per la ristorazione.

Andremo, quindi, alla ricerca di testimonianze di questo nostro passato, ripercorrendo sentieri, mulattiere e casali altrettanto antichi ed interessanti, ma in gran parte dimenticati, senza tutela e in via di alienazione: Catigliano, Gradoni, Rocca, Rivezzoli, Baranica, Lavaturo, Casola, Arigliola.


Informazioni di Riepilogo:

Lunghezza 6 km.;

Dislivello 400 m.;

Durata 4 h.;

Difficoltà T.


Lappuntamento è in Piazza Lauro a Sorrento sabato 7 ottobre 2023 alle ore 15.00;


La partecipazione alle escursioni è aperta a tutti i soci FIE ed, eccezionalmente, anche ai non soci e simpatizzanti utilizzando la polizza temporanea giornaliera compilando il modulo scaricabile qui, comunicando entro giovedì sera le proprie generalità e codice fiscale e una quota occasionale di € 5,00.

La copertura assicurativa, in caso di infortunio riguarda SOLO i soci in regola con il versamento della quota sociale.

Ricordiamo sempre che le nostre escursioni prevedono dei tratti in pendenza e/o con tracciati sterrati, quindi munitevi sempre di scarpe adeguate da escursionismo con suole antisdrucciolo e possibilmente in goretex, abbigliamento a strati (con ricambio), altrimenti saremo costretti a farvi rinunciare alla escursione stessa.

Per garantire il rispetto degli altri partecipanti e delle tempistiche non sarà tollerato ritardo; Durante l’escursione è doveroso mantenere un comportamento rispettoso dell’ambiente e degli altri partecipanti;

Le escursioni ULYXES, coerentemente con la loro natura, pongono i partecipanti di fronte ai rischi ed ai pericoli inerenti la pratica dell’escursionismo in montagna. I partecipanti, pertanto, iscrivendosi alle escursioni giornaliere accettano tali rischi e sollevano l’associazione ULYXES, gli organizzatori e i collaboratori delle predette escursioni da qualsiasi tipo di responsabilità per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante l’escursione.

L’escursione potrà essere rinviata per motivi legati alle cattive condizioni meteorologiche, previo avviso su questo stesso sito.


Camminapenisola – 7a tappa

I rioni di Angora e il Vallone Croce

“…E vi sono anche gole nelle colline e belle passeggiate quando si sale al di sopra della rete di strette stradine incassate fra alti muri e fra le quali è molto difficile trovare il proprio sentiero…”

(Francis Marion Crawford 1894)


Nel settimo appuntamento di Camminapenisola vogliamo completare l’esplorazione della Planities sorrentina, passeggiando per i borghi collinari del terziere di Angora. Con questo toponimo, infatti, nei secoli scorsi, era individuata la striscia di territorio tufaceo compresa fra la collina calcarea di Sottomonte, gli strapiombi della Marecoccola e i valloni di San Giuseppe e Croce, che la divide con il territorio di Piano di Sorrento. Infatti i rioni di Angri, Cappuccini, Maiano, Trasaelle e Fontanelle si divisero amministrativamente da Piano nel 1866 per costituire comune a se.

Partiremo dal borgo dei cretari di Forma (oggi Maiano), passeggiando fra Via Maianiello, Via Maiano, Via Maiano Vecchia e Via Occulto. Qui, in una zona ricca di acque (Forma, Formiello indicavano in latino gli acquedotti), fra palazzi di sicuro interesse architettonico e cappelle antiche, vi erano e vi sono ancora le fornaci per la fabbricazione dei mattoni di creta per l’edilizia.

Qui si trova una delle torri di difesa del territorio, diventata famosa nel 1648 per essere stata il quartier generale di Giovanni Grillo. Terminato il periodo di rivolta del Masaniello, i francesi con Enrico di Lorena. Duca di Guisa, tentarono di contendere agli spagnoli il Regno di Napoli. In Penisola Sorrentina fu inviato l’astuto e conoscitore del territorio Giovanni Grillo, a capo di un manipolo di fedelissimi, per fomentare la rivolta contro gli spagnoli facendo leva sul malcontento dei casali del Piano, Sorrento e Massa contro il potere costituito dell’aristocrazia sorrentina del centro fortificato. L’assedio a Sorrento, (comunque via mare gli spagnoli riuscirono in più occasioni a rifornire di viveri, munizioni e soldati gli assediati), non fu dalle evidenze storiche molto cruento, anche per l’intercessione del vescovo di Sorrento, più che di Sant’Antonino, ritratto nel quadro di Giacomo del Po nella Basilica di Sorrento a scompaginare le orde degli assedianti del Grillo a difesa della sua Sorrento. Terminata la rivolta a Napoli, infatti, dopo sei mesi di scaramucce e assedio, anche i rivoltosi indigeni della penisola abbandonarono il Grillo, a cui non bastò la fuga a Positano attraverso la via dello Scaricatoio per avere salva la vita.

Alle spalle della torre, percorreremo Via Armieri, non per coincidenza il toponimo rievoca le vicende belliche, avvicinandoci al vallone Croce che attraverseremo tramite Via Ferrella. Il Vallone Croce è stato, purtroppo, riempito lungo le attuali Via Balsamo e Via dei Pini, scarica le residue acque non sfruttate nel Golfo del Pecoriello, sotto la villa dello scrittore americano Francis Marion Crawford. Nella parte alta il vallone è ancora ricco di acque e vegetazione e ne risaliremo la sinistra orografica seguendo Via Cepano, che intersecando le moderne carrabili, ci consentirà di risalire dritti ai Cuonti (le alte pertiche e reti per la cattura delle quaglie e altri volatili che nella zona alta collinare passavano sulle rotte migratorie) di Fontanelle (ennesimo richiamo all’abbondanza di acque nella zona alta del vallone Croce).

Dopo avere curiosato nel dedalo di viuzze del rione più alto, ridiscenderemo da Via Passarano e Via Trasaella all’omonimo rione ai piedi del Piccolo Sant’Angelo (Piccolo non Picco, in contrapposizione al Grande Sant’Angelo a Tre Pizzi), dove è interessante la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie. Chiuderemo l’anello costeggiando Sottomonte attraverso Via Tordara e Via San Martino.


Informazioni di Riepilogo:

Lunghezza 6 km.;

Dislivello 300 m.;

Durata 3 h.;

Difficoltà T.

L’appuntamento è in Piazza Matteotti a Sant’Agnello, sabato 27 maggio 2023 alle ore 16.00.


La partecipazione alle escursioni è aperta a tutti i soci FIE ed, eccezionalmente, anche ai non soci e simpatizzanti utilizzando la polizza temporanea giornaliera compilando il modulo scaricabile qui, comunicando entro giovedì sera le proprie generalità e codice fiscale e una quota occasionale di € 5,00.

La copertura assicurativa, in caso di infortunio riguarda SOLO i soci in regola con il versamento della quota sociale.

Ricordiamo sempre che le nostre escursioni prevedono dei tratti in pendenza e/o con tracciati sterrati, quindi munitevi sempre di scarpe adeguate da escursionismo con suole antisdrucciolo e possibilmente in goretex, abbigliamento a strati (con ricambio), altrimenti saremo costretti a farvi rinunciare alla escursione stessa.

Per garantire il rispetto degli altri partecipanti e delle tempistiche non sarà tollerato ritardo; Durante l’escursione è doveroso mantenere un comportamento rispettoso dell’ambiente e degli altri partecipanti;

Le escursioni ULYXES, coerentemente con la loro natura, pongono i partecipanti di fronte ai rischi ed ai pericoli inerenti la pratica dell’escursionismo in montagna. I partecipanti, pertanto, iscrivendosi alle escursioni giornaliere accettano tali rischi e sollevano l’associazione ULYXES, gli organizzatori e i collaboratori delle predette escursioni da qualsiasi tipo di responsabilità per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante l’escursione.

L’escursione potrà essere rinviata per motivi legati alle cattive condizioni meteorologiche, previo avviso su questo stesso sito.

Camminapenisola – 6a tappa

I Casali del Piano lungo il Vallone di San Giuseppe

…Se volete vedere Sorrento, non dovete andare a Sorrento… una città come le altre… c’è un’altra Sorrento, d’una vaghezza infinita, la Sorrento dei viaggiatori e de’ poeti… tutta a borgate e ville, che s’adagiano mollemente sul declivio dei colli…”

(Edoardo Reposseno 1921)


Nel sesto appuntamento di CamminaPenisola vogliamo continuare ad esplorare le meraviglie dei casali centrali del Piano nati nei pressi del Vallone di San Giuseppe. Gli assi viari moderni (Via Mortora, Via dei Platani, Via Cavone) e i nuovi quartieri che sono nati lungo tali assi hanno sensibilmente alterato il paesaggio che fino a metà del secolo scorso si poteva ammirare attorno al Vallone di San Giuseppe. Ma alcuni borghi, in una sorta di piccole enclave, hanno resistito alla furia del cemento armato, in parte nascoste proprio dalle nuove opere edilizie e civili.

Ripartiremo da Via Cavoniello e Via Corbo, per avere un primo impatto con Il vallone di San Giuseppe percorrendo la parte orientale di Via Formiello, un tempo stradina attraverso cui era possibile attraversare il vallone. La zona era ricca d’acqua e per questo importante fin dall’epoca romana. Da qui, infatti, iniziava quell’opera di coinvogliamento delle acque dei valloni che, costituendo l’acquedotto romano della penisola, finiva nei Cisternoni di Spasiano a Sorrento, per l’approvvigionamento idrico delle ville e dei borghi abitati.

Scenderemo poi su Via Vincenzo Iaccarino, per prendere Via Ponte di Mortora, non prima di aver ammirato il fabbricato con le due torri proprio di fronte alla stradina che conduce al ponte sul vallone. L’ubicazione di questa struttura non a caso era probabilmente a presidio del lato orientale dei pochissimi ponti sul vallone. Nascosto dalle nuove arterie viarie, Via Ponte di Mortora attraversa il vallone di San Giuseppe in un viaggio a ritroso nel tempo che soltanto la vista di qualche cumulo di rifiuti può distogliere.

Attraversato il vallone si raggiunge il casale di Mortora e la Chiesa parrocchiale di Santa Maria di Galatea, sorta anche questa sulle rovine di un tempio pagano. Nel borgo antico aragonese, lungo il Vico Mortora (oggi Via Giuseppe Mastellone), si possono ammirare alcuni palazzi con portali e finestre, un pozzo e una torretta di sicuro interesse. Il toponimo Mortora, potrebbe essere collegato al termine tardo-latino “mortarium”, col significato di stagno, di raccolta di acqua, visto che l’antico acquedotto romano passava da quelle parti.

Risalendo verso sud, parallelamente al vallone, si raggiunge il casale di San Liborio (San Liguoro), altro casale ricco di palazzi del ‘700 e fabbriche rurali, borgo che ha ospitato anche Santa Caterina Volpicelli a fine ‘800. Interessante è anche la struttura del piccolo campanile della cappella di Santa Maria delle Grazie, che richiama per fattezze e materiali quello di Sottomonte a Sorrento di San Pietro a Mele. Continuando in salita su Via Cesine raggiungeremo la località detta Girone, da cui poi attraverso Via Galatea (qui vi è la dirupa chiesetta di Santa Maria di galatea) scenderemo verso un altro antico casale del Piano, il casale di Legittimo (Litemo).

È stato ipotizzato che il toponimo possa fare riferimento ad un riconoscimento ufficiale, ex lege e quindi legittimo, riguardo alla proprietà di un esteso territorio ubertoso, ricco di alberi da frutta, sul quale forse poggiava il titolo di Baronia a favore di una famiglia locale di alto lignaggio. Lungo Via Legittimo e le caratteristiche sue traverse, oltre ai portali con le immancabili edicole votive, sono degne di nota sia la cappella di Sant’Andrea, risalente al secolo XV che la maestosa Villa Enrichetta con la sua torre seicentesca.

Ritorneremo verso il Casale centrale di Carotto (Caruotte) per chiudere l’anello. Secondo una curiosa leggenda, il nome Caruotte (da cui deriva il nome degli abitanti carottesi) scaturirebbe dal dialetto locale come “cca è rutt”, ovvero “qua è rotto”, in antitesi al nome della località Cassano che significherebbe “ccà è san”, ossia “qua è sano”. Tale ipotesi sarebbe legata alle conseguenze disastrose di un evento tellurico che nel XVI secolo danneggiò seriamente solo una zona del paese, risparmiando dalla distruzione la parte più vicina al mare. In vero, tale teoria, che si legherebbe ad una convincente assonanza linguistica con le espressioni di dialetto locale, non è però presa in considerazione dalla gran parte degli studiosi. Qualche studioso riconduce il termine “Carotto” al greco Karochtos, col significato di grande ripa. Trova più riscontri, invece, la tesi che ritiene il nome Carotto una corruzione linguistica del termine “Cavotto”, in considerazione delle numerose cavità tufacee che presenta la morfologia geologica di questo territorio, In questo senso supporta tale tesi la toponomastica urbana attuale, con la presenza, in pieno centro, di Via Cavottole (in dialetto “Cavuttelle”), di Via Cavone e di Via Cavoniello.


Informazioni di Riepilogo:

Lunghezza: 6 km.;

Dislivello: 200 m.;

Durata: 3 h.;

Difficoltà: T


L!appuntamento è in Piazza Cota a Piano di Sorrento, Sabato 20 Maggio alle ore 16.00 .

La partecipazione alle escursioni è aperta a tutti i soci FIE ed, eccezionalmente, anche ai non soci e simpatizzanti utilizzando la polizza temporanea giornaliera compilando il modulo scaricabile qui, comunicando entro giovedì sera le proprie generalità e codice fiscale e una quota occasionale di 5,00 €.

La copertura assicurativa, in caso di infortunio riguarda SOLO i soci in regola con il versamento della quota sociale.

Ricordiamo sempre che le nostre escursioni prevedono dei tratti in pendenza e/o con tracciati sterrati, quindi munitevi sempre di scarpe adeguate da escursionismo con suole antisdrucciolo e possibilmente in goretex, abbigliamento a strati (con ricambio), altrimenti saremo costretti a farvi rinunciare alla escursione stessa.

Per garantire il rispetto degli altri partecipanti e delle tempistiche non sarà tollerato ritardo; Durante l’escursione è doveroso mantenere un comportamento rispettoso dell’ambiente e degli altri partecipanti;

Le escursioni ULYXES, coerentemente con la loro natura, pongono i partecipanti di fronte ai rischi ed ai pericoli inerenti la pratica dell’escursionismo in montagna. I partecipanti, pertanto, iscrivendosi alle escursioni giornaliere accettano tali rischi e sollevano l’associazione ULYXES, gli organizzatori e i collaboratori delle predette escursioni da qualsiasi tipo di responsabilità per incidenti ed infortuni che si dovessero verificare durante l’escursione.

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